LA LEGGENDA


Da oltre tre secoli questo luogo incantevole lega la sua sinistra fama a decine e decine di sparizioni di persone e assassinii avvenuti per la maggior parte in notti senza luna e i cui i responsabili non sono mai stati individuati. 
Secondo una leggenda locale tramandata nel tempo ed avvalorata da recenti ritrovamenti di documenti reperiti casualmente nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, si tratterebbe del fantasma del conte Guidobaldo Buonaccorsi, che qui nella notte del 16 dicembre 1629 massacrò senza misericordia ed in maniera efferata alcuni suoi cugini e conoscenti che si erano indebitamente appropriati di una eredità che gli spettava. 
Quei pochi che sono riusciti a sfuggire al “fantasma” lo descrivono avvolto sempre in un lungo mantello scuro, con uno sguardo satanico ed armato di una mannaia luccicante pronto a colpire la vittima seguente. In una delle sequenze video gli scheletri di una coppia di malcapitati.
La villa Buonaccorsi, autentico gioiello semisconosciuto ai più, è originaria del XVI secolo ed è situata sulla cima di una cresta di colline che digradano lentamente da Potenza Picena (Macerata) alla frazione di Porto Potenza Picena, che si affaccia sul mare Adriatico. La villa appartenuta ai conti Buonaccorsi originari del luogo ha subito grandi modifiche di ampliamento e ristrutturazione nel Settecento, in particolare negli anni compresi tra il 1745 e il 1750 per opera di Pietro Bernasconi, stretto collaboratore del Vanvitelli. Attualmente si presenta al suo interno con ampi saloni decorati da Benedetto Biancolini, ma sicuramente la parte più interessante della villa è rappresentata dal parco terrazzato, splendido esempio di giardino all'italiana. Il giardino rivolto a sud-est si estende su un fianco della collina verso la valle del torrente Asola, presentandosi con cinque terrazze attraversate da una scala centrale. Il parco presenta piante rare, siepi ed aiuole ed è adornato da nicchie, obelischi, fontane, giochi d'acqua e statue mitologiche di origine vicentina della bottega dei Marinali.